08.1953.La notte e per le streghe by A.A. Fair

08.1953.La notte e per le streghe by A.A. Fair

autore:A.A. Fair
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XVI

Il Terminal Tonsorial Farlor non era che una bottega di parrucchiere dotata di sette poltrone, alle quali si avvicendavano soltanto tre barbieri. Lanciando un'occhiata distratta ai sei individui in attesa del proprio turno, Bertha domandò a uno degli uomini in camice bianco: - Dov'è il padrone?

- Ma… è uscito un istante. Dovrebbe esser di ritorno, ormai. Eccolo infatti - concluse il parrucchiere indicando l'uscio che s'apriva.

Bertha si voltò nella direzione che le veniva indicata. Ignorando gli sguardi curiosi di tutti quegli uomini, il battagliero donnone ficcò in una mano dello stupefatto padrone il biglietto da visita.

- Dove possiamo ritirarci per scambiar quattro chiacchiere? - chiese Bertha senza perder tempo.

- Veramente… - esitò l'uomo - io non ho tempo da buttar via!

- Si tratta di cinque minuti soltanto - precisò Bertha. - Ed è meglio che non lo sentano in troppi quanto ho da dirvi - concluse minacciosa.

- Sta bene - si arrese il barbiere. - Andiamo qui nel retro. Poi aggiunse a voce alta in modo da farsi udire dai clienti in attesa: - Parleremo mentre m'infilo il camice! Ho la bottega piena di gente, e…

Lo sgabuzzino in cui Bertha seguì il parrucchiere era stato ricavato da una tramezza che lo separava dal rimanente del negozio. Scarsamente illuminato, vi regnava un odor di chiuso, e di panni umidi che si sprigionava da giacche e soprabiti appesi ai numerosi ganci infissi su una lunga asse.

- Che cosa volete? - chiese arrogantemente il barbiere cominciando a slacciarsi il panciotto e afferrando il camice.

- Conoscete Everett Belder? - indagò Bertha.

- Il rappresentante? Si, ma… Everett Belder… Sicuro! È quello che ha gli uffici ai Rockaway Buildings, È mio cliente da anni, ormai!

- Benissimo. E ora cercate di ricordare bene: è stato qui mercoledì scorso?

- Mercoledì? vediamo un po' - brontolò il barbiere stringendo la fronte fra le mani. - Mercoledì… Certo, è venuto proprio mercoledì. Lo ricordo bene perché il signor Belder s'è fatto agghindare come se avesse dovuto recarsi a nozze! Manicure, barba e capelli, massaggio al viso, pulitura delle scarpe… tutto insomma! Eh, sì, massaggi al viso ce ne capitano pochi, ormai! Hanno tutti una fretta! Chissà perché poi…

- C'è stato a lungo, insomma… quanto? - volle sapere esattamente Bertha.

- Oh!… Un'ora e mezza in tutto - affermò il barbiere levandosi giacca e panciotto con un unico gesto. - Il signor Belder non vuole mai attendere… viene sempre nelle ore più tranquille del mattino… alle undici, solitamente. Mercoledì, invece, è venuto un po' più tardi del solito… Mancava poco alle undici e mezzo.

«Ricordo - proseguì il parrucchiere, ormai infervorato - che quel giorno faceva un freddo cane! Tirava un ventaccio infame e c'era un nebbione da tagliar con il coltello; il sole spuntò proprio mentre il signor Belder era qui. Nell'uscire, infatti, dimenticò persino d'infilare il soprabito! È rimasto lì… su quell'attaccapanni: vedete? Ma… perché volete sapere tutte queste cose? - domandò insospettito l'uomo che già aveva parlato abbastanza. - Si tratta forse della faccenda di quella cameriera che è morta



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